5 anni di libera professione (ora sono 7): lettera aperta

Siamo liberi professionisti.

Liberi.

Professionisti.

Assolutamente alla pari.

(Freelance fa più figo, ma ho fatto il fioretto di usare meno inglesismi)

 

Donne e uomini nel vortice tra lavoro/casa/bambini. Si, certo, anche i maschietti sono nel vortice casa e bimbi.

 

“Hey man, che cammini come me, dall’altra parte della strada, ci facciamo compagnia?” – cantava Zucchero. È così, ci facciamo compagnia. C’è uno spirito di squadra, tra liberi professionisti, che non ho mai visto in tanti anni di vita in azienda. Ci unisce soprattutto la continua ricerca di energie per ricominciare (un nuovo progetto, un nuovo cliente, una nuova specializzazione, una nuova collaborazione) e per rinascere tante e tante volte.

 

Tra merito e fortuna

Pensiamo da imprenditori, imprenditori veloci che possono cambiare gli obiettivi e le strategie più facilmente.

Ci affidiamo all’istinto? Anche. Fortuna? Molta. Anche se c’è chi ci dice che non è fortuna, che siamo stati bravi e dobbiamo ammetterlo. Mai! Abbiamo bisogno di sentirci in movimento, alla continua ricerca di ciò che ci dà soddisfazione.

 

A ciascuno il suo obiettivo personale

Per me, oggi, è l’equilibrio (sempre un po’ traballante) tra vita privata e lavorativa. Per qualcuno è la libertà assoluta di orari: ho conosciuto consulenti che lavorano prevalentemente di notte e dedicano quasi mezza giornata ai loro hobby. C’è chi vuole lavorare viaggiando, chi punta al grande fatturato, chi alla fama. Ciascuno ha il suo.

 

Il luogo di lavoro che cambia

Essere liberi di scegliere dove lavorare non è una cosa da poco. Incide sull’umore, sulla produttività, sulla soddisfazione a fine giornata.

È bellissimo alzarsi la mattina e poter decidere di lavorare da casa o di cambiare aria e andare altrove, anche all’aperto. L’orario di lavoro diventa flessibile e si plasma attorno alle attività. Così, può capitare che un mese lavoro 12 ore al giorno per consegnare un progetto e quello dopo faccio 9-16 per dedicarmi alla famiglia.

 

I colleghi-aria fresca

I team di lavoro li creo attorno alle esigenze del cliente: lavoro con colleghi diversi su progetti diversi. Il punto è questo: che siano uomini o donne, che siano immensamente più esperti di me in una materia o lo siano meno, in 5 anni non si è mai creata quella spiacevole dinamica che, talvolta, impesta l’aria di certi uffici: invidia, pettegolezzi, capri espiatori. Mai una volta. Mai un solo episodio. L’aria che respiro da libera professionista è priva di tutto ciò.

 

Il tempo con i clienti, prezioso

Spesso sono io ad andare dal cliente. È l’occasione migliore per conoscerlo più da vicino, nel suo ambiente. Ho imparato che è solo passando una buona quantità di tempo “dentro” ad un’azienda che si può comprendere le dinamiche che servono a lavorare bene per consegnare un lavoro che sia proprio come lo immaginava il cliente. Anzi, meglio.

 

Un po’ alunna, un po’ docente

Si sente dire spesso che siamo in un “mercato in continua evoluzione” e non è un luogo comune: tutto cambia velocemente e non si può rimanere fuori dal cambiamento. Per cui, anche se siamo tipi piuttosto solitari, non possiamo permetterci il lusso di stare chini sulla tastiera e fine. Dobbiamo tornare a scuola, ogni anno, e investire tempo e denaro su noi stessi prima di tutto.

Le professioni “digitali” sono quelle che richiedono gli aggiornamenti più frequenti, e così mi ritrovo alunna in qualche corso, e docente in qualche altro. C’est la vie!

 

Gli sbagli che rifarei

Poi ci sono gli sbagli, i preventivi troppo bassi, quelli troppo scontati, o che valorizzano poco il lavoro: capire quale valore dare ai servizi è la domanda delle domande. Su questo tema ci sono decine di libri, corsi ed esperti. Ma la certezza assoluta di aver indovinato il preventivo, perdindirindina, non l’avrò mai.

Menzione speciale ai clienti che non pagano, e a quelli che vorrebbero pagare mesi di lavoro quanto un chilo di pomodori, perché anche questa è formazione: grazie a loro mi sono formata un po’ di pellaccia dura e di sesto senso che mi protegge e mi mette in guardia (mai abbastanza, purtroppo) dalle fregature.

 

Novembre 2018, 5 anni di lavoro autonomo: cosa vuol dire per me

La partita Iva, l’ho aperta piantando un ramoscello e oggi è un alberino piccino picciò, da annaffiare ogni giorno, e che mi dà tante gioie e altrettanti grattacapi.

Essere una libera professionista, per me, vuol dire sentirmi coerente con quello in cui credo. È trovare il coraggio di essere indipendente e fare le cose “a modo mio”, il coraggio di seguire un’idea e notare con piacere che…è quella giusta!

Poi si, è vero, pago l’INPS come tutti senza grandi tutele in cambio, le tasse sono alte, non-tutti-aprono-la partita-Iva-per scelta-ma-su-imposizione-dell’azienda e bla bla bla. Ma oggi non è questo il tema, oggi voglio brindare ai 5 anni di lavoro più emozionanti della mia vita, ai bellissimi clienti che mi hanno scelta e che ringrazio, commossa, perché hanno contribuito a far crescere il mio alberino.

E voglio brindare ai colleghi di MaTE’ Digital – La web agency liquida per il turismocon i quali ho condiviso così tante avventure che ormai… basta uno sguardo.

 

Cìn cìn!

Un abbraccio a tutti!

Jessica